FORMAZIONE IN D.A.D. - Un’opportunità da cogliere
Le riflessioni di Augusto, 19 anni, discente di un nostro corso che, dal disagio pandemico, mostra curiosità per i nuovi mezzi di formazione [N.d.R.]
La vita molto spesso ci mette davanti a delle situazioni dalle quali sembra non ci sia ritorno. Il 9 Marzo 2020 cambia la vita di tutta Italia e, successivamente, di tutto il mondo.
L’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dichiara l’Italia zona rossa a causa dell’inarrestabile diffusione della Sars-CoV-2, virus scoperto intorno alla fine del 2019, istituendo un lockdown totale per un tempo indeterminato. In quel momento non ci rendiamo perfettamente conto della situazione; siamo tutti molto perplessi e stupiti, senza capire cosa stia realmente accadendo. In un attimo vediamo stravolgersi tutta la nostra quotidianità perdendo tutto ciò che amavamo: dalla compagnia degli amici allo sport; dalle passeggiate al solo respiro dell’aria senza mascherina; dalle lezioni in presenza alle nostre passioni e ai nostri hobby…insomma perdiamo la libertà.
Questa situazione è stata devastante a livello psicologico. Perdere tutto, in un batter d’occhio, senza poter fare nulla per risolvere la cosa. Siamo stati costretti ad una realtà tutta nuova che abbiamo affrontato con un po’ di timore ma anche con coraggio, sperimentando nuove maniere per proseguire le nostre attività quotidiane. La didattica a distanza è una di queste e il passaggio a questa nuova tipologia di lezione è stato alquanto difficile: ci ha costretto a vivere gli ultimi mesi di studio liceale senza poter condividere emozioni e sensazioni con i propri docenti e con i propri compagni. Qualche mese dopo, con l’inizio delle Università, essendo ancora in atto una situazione sanitaria abbastanza critica, è ritornata la D.A.D. Ancora una volta questa situazione ha portato via un’altra prima esperienza: vivere l’avventura dell’Università in presenza e conoscere gente nuova. Tutto ciò è stato davvero frustrante e il pensiero di come sarebbe potuto essere, insieme a mille distrazioni che comportava lo stare a casa, ha generato un ingente calo di concentrazione dovuto anche alla poca interazione dei docenti durante le lezioni.
In questo periodo ho avuto la fortuna di partecipare a un corso di formazione grazie ad IdeeInsieme (ente di formazione). In quel corso, i docenti hanno applicato un metodo molto più coinvolgente, a mio parere, interagendo con i discenti continuamente così da rendere le lezioni interessanti.
Alla luce di ciò mi sono chiesto: “come mai i professori universitari sono passati dalla didattica in presenza a quella a distanza senza cercare nuovi metodi di insegnamento avendo ulteriori strumenti in più a disposizione?”. La curiosità è stata tale da spingermi ad approfondire, attraverso ricerche e studi, la mia conoscenza riguardo la formazione e in particolar modo quella aziendale.
D’altronde, si riescono a comprendere cose inaspettate proprio quando quelle, a cui sei abituato, le perdi.
| IL PASSAGGIO DALLA DIDATTICA IN PRESENZA ALLA DIDATTICA A DISTANZA |
L’improvvisa esplosione della pandemia globale ha costretto tutti noi a un cambiamento radicale della nostra quotidianità scolastica, universitaria e lavorativa. E’ stato necessario introdurre una nuova forma di insegnamento che ha sostituito la classica lezione in classe: la didattica a distanza (D.A.D.) con l’obiettivo di conciliare il distanziamento sociale e il proseguimento delle attività formative. Per far si che questa nuova tipologia di didattica sia efficace sono necessarie tecnologie audiovisive e informatiche, ma non solo; sono necessari anche piattaforme multimediali per la condivisione del materiale didattico (come Microsoft Teams, Webex, GoToMeeting ecc…).
Un ruolo centrale all’interno di questa nuova esperienza, lo ha certamente il docente, il quale, è tenuto a verificare costantemente i risultati conseguiti dai propri alunni, ma lasciando anche che questi ultimi acquisiscano capacità e competenze in maniera autonoma. D’altronde gli alunni trovandosi a casa hanno una soglia di concentrazione molto bassa. Per questo motivo il ruolo del docente diventa ancor più fondamentale: deve essere capace di diversificare gli strumenti didattici e coinvolgere i discenti all’interno dell’attività, rendendo la lezione il più interattiva possibile.
| L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE |
La formazione aziendale consiste nell’apprendimento di nuove tecnologie, conoscenze, metodologie, con l’obiettivo di formare, appunto, il management e i dipendenti. Purtroppo in Italia sono ancora poche le aziende che sfruttano pienamente le opportunità della formazione. Secondo un’indagine condotta nel 2019 dall’Osservatorio Managerial Learning di ASFMOR (Associazione italiana per la Formazione Manageriale) e CFMT (Centro di Formazione Management del Terziario), in un anno sono state dedicate alla formazione in media 6,4 giornate, il 20% in più rispetto al 2017, e la percentuale cresce ulteriormente nel caso degli amministratori delegati e direttori generali (6,9 giornate) e dei manager under 40 (7 giornate), mentre diminuisce leggermente nella fascia di età compresa fra i 49 e 56 anni (6,1 giornate in aula). Inoltre il tempo destinato al perfezionamento delle proprie capacità è aumentato del 44% negli ultimi due anni e si prevede che possa superare il 62% entro il 2022. Alla luce di questi dati è necessario precisare che la grande importanza della formazione non è da sottovalutare. Essa è un attività che deve essere ben organizzata e ben impostata, eseguita in maniera utile, stimolante e interattiva al fine di mettere in risalto le qualità dei discenti e plasmarle. Il fatto che si faccia in D.A.D. non influisce sull’efficacia dei corsi, sempre che ci sia serietà, impegno e coinvolgimento da entrambe le parti (docente e discente).
La formazione è vantaggiosa non solo per le matricole ma anche per le aziende stesse poiché porta ad un aumento della motivazione e della produttività, ad una migliore organizzazione e ad un incremento delle competenze specifiche utili ad una società aziendale. E’ scientificamente provato che la formazione aziendale permette di aumentare vendite e profitti anche del 200%. Secondo uno studio condotto da “The American Society for Training and Development”, su 2500 aziende la formazione aziendale produce un +218% di ricavo medio per addetto e +24% di profitto in un anno.
Tuttavia non è semplice organizzare la formazione aziendale. E’ necessario procedere per step:
- Analisi dei bisogni (comprendere quali sono le carenze e le potenzialità dei propri collaboratori e individuare gli obiettivi del business);
- Organizzazione della formazione (selezionare i corsi e le esperienze adeguate per il raggiungimento degli obiettivi predisposti in base al proprio budget, ideando un progetto formativo);
- Monitorare i risultati (valutare l’applicabilità delle competenze sviluppate e apprese all’azienda e il loro impiego effettivo nel lavoro);
- Revisione del progetto (analizzare come procede il progetto formativo dopo un certo arco di tempo, ovvero, se i risultati ottenuti sono congrui alle aspettative, se gli obiettivi sono stati raggiunti e in che modo).
Seguire questi passaggi è fondamentale.
Queste riflessioni rendono dunque merito al fatto che se la formazione è di qualità non può che essere un’opportunità da cogliere sia essa in D.A.D. o in presenza. L’una o l’altra potranno essere differenti ma non nel raggiungimento del risultato. Avranno elementi positivi e negativi che solo chi la progetta potrà enfatizzare gli uni a scapito degli altri.
AUGUSTO DE PADOVA
Posted on 30 April 2021
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